Gestire le trasformazioni favorendo le relazioni

Dopo la prima intervista con Beppe Gamba che potete riascoltare qui, oggi è il turno di un dialogo con Giovanni Quaglia.  Tra i molti incarichi ricoperti, è stato Sindaco del Comune di Genola dal 1970 al 1981, Consigliere regionale del Piemonte dal 1983 al 1988, Presidente della Provincia di Cuneo dal 1988 al 2004, e docente di “Economia e Direzione delle Imprese” presso l’Università di Torino. Vanta una lunga esperienza politica e culturale che spazia dalla finanza filantropica, alla gestione delle infrastrutture,  all’amministrazione pubblica locale e regionale.

 

Se è vero che la capacità di favorire relazioni rappresenta una delle principali funzioni della politica, è altrettanto vero che, oggi, questa  funzione sta incontrando difficoltà impreviste, al punto da rendere necessaria una sua seria riconsiderazione rispetto ai contesti attuali. 

Contro la capacità di creare relazioni stanno giocando, infatti, molti effetti delle grandi trasformazioni globali. Ricordiamo in proposito i numerosi stati emergenziali (sanitari, ambientali, energetici, ecc.) che costringono, non di rado, ad adottare provvedimenti restrittivi dei comportamenti relazionali, come nel caso della pandemia della Covid 19. Anche i cambiamenti climatici, con i loro eventi estremi, inducono spesso a limitazioni e vincoli che finiscono con l’incidere inevitabilmente sulle dinamiche relazionali delle comunità. A tutto ciò si aggiunge la rapida trasformazione digitale degli ultimi anni, che, se non opportunamente gestita, comporta forti rischi di spersonalizzazione e isolamento, arrivando ad alterare in maniera significativa i rapporti tra persone e, per estensione, tra istituzioni e cittadini. 

Ma non c’è solo questo a rendere problematica la creazione di relazioni nelle comunità. 

Le trasformazioni dell’organizzazione politica avvenute negli ultimi due decenni hanno visto un forte indebolimento dei corpi intermedi e degli elementi di maggiore prossimità verso i cittadini (pensiamo alla modifica delle Province, o alla riduzione delle Circoscrizioni e dei Municipi nelle grandi città). Un indebolimento compiuto spesso nel nome della semplificazione amministrativa e del risparmio, ma che ha avuto l’effetto di ridurre il confronto pubblico, accrescere la distanza tra Istituzioni e cittadini, e affievolire il rapporto fiduciario tra questi due elementi. Un insieme di cose che trova la sua evidenza maggiore nel venir meno, a tutti i livelli, della “partecipazione”.

La prospettiva di avere, di qui a pochi anni, una società internamente frammentata e organizzata in maniera settoriale, poco comunicante e ancor meno interrelata, costituisce uno dei rischi sociali più urgenti a cui le politiche locali – quelle, cioè, più vicine ai cittadini − sono chiamate a scongiurare, se non vogliono rinunciare a una delle loro funzioni più importanti. Ma come?

 

Potete ascoltare il podcast cliccando sul seguente link o inquadrando il codice QR dall’immagine qui sotto.

Buon ascolto!

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